Ecco come gli «omega 3» influenzano il cervello

Una ricerca fa il punto sull'importanza di alcune sostanze per le attività cerebrali

 

 

(Grazia Neri)
Gómez-Pinilla, professore di neurochirurgia e scienze fisiologiche allo UCLA, ha passato la vita a studiare gli effetti del cibo, del sonno e dell'esercizio fisico sul cervello. Ora ha deciso di pubblicare una sintesi delle ricerche più importanti a questo proposito, analizzando 160 studi d'eccellenza che trattano il ruolo dell'alimentazione nello sviluppo cognitivo. Il risultato dell'analisi, che verrà pubblicato sull'edizione di luglio di Nature Reviews Neuroscience, è già consultabile online e, soprattutto, rappresenta un vero e proprio elogio degli acidi grassi Omega-3.

 

OMEGA-3 – Nel riassunto ragionato degli studi più importanti emerge un effetto quasi miracoloso da parte di questi acidi grassi presenti nel pesce, nei crostacei, nelle mandorle, nelle noci, nei kiwi e in molte altri cibi. In sostanza gli Omega-3 agiscono sulla fluidità delle membrane cellulari, migliorando lo sviluppo cognitivo nei bambini e contrastando i processi degenerativi nelle persone anziane.

ALCUNI ESEMPI - Per esempio uno studio realizzato in Inghilterra ha dimostrato che le performance scolastiche di un gruppo di studenti «cresciuti» a Omega-3 erano più alte rispetto a quelle degli altri alunni. Analoghi risultati sono stati confermati da una ricerca australiana su 396 bambini tra i 6 e i 12 anni divisi in due gruppi a seconda delle sostanze assunte: il primo gruppo, cui erano stati somministrati acidi grassi Omega-3, ferro, acido folico, vitamine A, B6, B12 e C, mostrava un'intelligenza verbale e una facilità di apprendimento superiore al gruppo che non aveva ricevuto lo stesso apporto nutritivo. Infine anche una ricerca indonesiana su un campione di 394 bimbi conferma un legame direttamente proporzionale tra acidi grassi Omega-3 e sviluppo cerebrale, ma in questo caso mostra un'incidenza maggiore tra le bambine.

VARIABILI COLLEGATE – In sostanza gli acidi grassi Omega-3 influenzano soprattutto la memoria, l'orientamento spazio-temporale, l'attenzione, la fluidità di parola e la velocità di elaborazione cognitiva. Allo stesso modo la carenza di queste sostanze può aumentare il rischio di dislessia, di demenza, di depressione e di schizofrenia. L'isola giapponese Okinawa è uno degli esempi più calzanti della veridicità delle teorie illustrate: qui la gente mangia moltissimo pesce e fa molta attività fisica. Il risultato è che la popolazione dell'isola nipponica è una delle più longeve e il tasso di disordine mentale è a livelli minimi. Inutile specificare cosa pensi il Prof Gómez-Pinilla del cosiddetto junk food (cibo spazzatura) e dei fast food, considerato che i grassi saturi svolgono invece un ruolo esattamente opposto rispetto agli Omega-3. In tutti i casi, per sua stessa ammissione, da quando ha iniziato ad approfondire il ruolo dell'alimentazione nello sviluppo del cervello, il professor Pinella evita accuratamente certi cibi.

Posted by Claudio Ricciotti on Wednesday 29 January 2014
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Cibo e cancro: ecco cosa fa crescere (o diminuire) il rischio di ammalarsi

Eccovi un interessante articolo che spiega diverse cose a mio avviso molto interessanti e, come al solito, fatene buon uso e non abuso…..

EVITARE I PICCHI DI INSULINA - L’insulina è l’ormone prodotto dal nostro organismo in risposta a un aumento della quantità di zuccheri nel sangue (glicemia), ma regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. Troppa insulina in circolo, per esempio, induce una produzione eccessiva di testosterone, l’ormone sessuale maschile, nella donna. Inoltre l’insulina favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I che è un vero e proprio fertilizzante per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose. Alcuni tumori, come per esempio quello del seno, sono particolarmente sensibili all’azione combinata degli ormoni sessuali e dei fattori di crescita. Per questo è importante tenere basso il livello di insulina nel sangue, ma come si può fare in pratica? Occorre ridurre fortemente (ma si può anche eliminare del tutto) il consumo di zucchero bianco e scuro e scegliere, per dolcificare, ad esempio il malto d’orzo o, per i dolci, il succo di mela o l’uvetta passita. Da limitare sulle nostre tavole sono anche i carboidrati troppo raffinati (per esempio farina 0 o 00, riso bianco) a favore di quelli integrali e le patate. È poi importante avere familiarità con l’indice glicemico, un numero che indica quanto un cibo alza i livelli di glicemia rispetto a un altro poco dopo aver mangiato. Il riso integrale, per esempio, ha un indice glicemico più basso di quello raffinato ed è quindi da preferire.

SCUDO CONTRO I RADICALI LIBERI - Il cancro cresce e si sviluppa anche grazie all’ambiente che lo circonda, cioè il nostro organismo. Un ambiente con molti fattori infiammatori liberi favorisce la crescita della cellula tumorale rispetto a quella sana. Per questo è importante portare in tavola cibi che riducono l’infiammazione, limitando quelli che invece la promuovono. Ridurre drasticamente il consumo di carne rossa (non più di una porzione a settimana), privilegiare le proteine di origine vegetale e il pesce azzurro, che contiene buone quantità di omega 3, aiuta a creare un ambiente «antinfiammatorio». «Anche i fenomeni ossidativi sono favoriti da un consumo eccessivo di carne rossa e di grassi saturi (burro, strutto, formaggi) - aggiunge Villarini - e l’ossidazione cellulare (che può originare dalla formazione di radicali liberi) favorisce la comparsa di mutazioni del DNA da cui si possono originare tumori». Ma in natura esistono molte sostanze antiossidanti per contrastare gli effetti dell’invecchiamento come la vitamina C, i flavonoidi, il resveratrolo, il licopene e altre: largo quindi alle arance (ricche di vitamina C e flavonoidi), all’uva che contiene resveratrolo (ma non al vino dove la presenza di alcol vanifica gli effetti degli antiossidanti) e al pomodoro (che è una delle principali fonti di licopene).

SMALTIRE LE SOSTANZE TOSSICHE - Una corretta alimentazione aiuta anche a eliminare meglio le sostanze tossiche dall’organismo, tramite l’attività detossificante del fegato e dei reni. Per esempio le crucifere, come cavoli e broccoli, contengono sostanze che attivano alcuni enzimi epatici che favoriscono lo smaltimento di sostante nocive anche cancerogene, mentre le fibre sono in grado di attaccarsi a molte sostanze tossiche già a livello intestinale e di trascinarle con sé, con le feci. Inoltre le fibre permettono alla flora batterica di crescere bene e questa, stando a contatto con le pareti intestinali, rende molto difficile il passaggio delle sostanze indesiderate nel sangue: una vera e propria barriera biomeccanica che ci protegge. Oltre al cibo, però, anche l’attività fisica è fondamentale, perché favorisce il transito intestinale.

RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO - Il sistema immunitario è in grado di riconoscere le cellule cancerose ed eliminarle prima che si riproducano e generino una massa tumorale. «Il funzionamento ottimale delle nostre difese è influenzato dal cibo - chiarisce l’esperta -. Sappiamo, ad esempio, che sia la malnutrizione che un’alimentazione troppo abbondante inducono una perdita di efficienza delle nostre difese. Una dieta amica del sistema immunitario deve comprendere almeno cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura (pari a circa 600 grammi), possibilmente di colori vari (al colore si associano infatti proprietà nutrizionali diverse). Infine anche gli omega 3 del pesce potenziano le difese, così come una regolare attività sportiva».

CONTROLLARE GLI ORMONI SESSUALI - Nei Paesi occidentali consumiamo in media il 20-30 per cento di calorie in più rispetto al nostro fabbisogno giornaliero, ma diverse ricerche hanno dimostrato che una riduzione anche molto drastica delle calorie ingerite riduce il rischio di sviluppare un cancro e rallenta l’invecchiamento. Il grasso, infatti, è un deposito naturale di sostanze che favoriscono l’infiammazione e inoltre produce ormoni, come gli estrogeni, coinvolti in vari tipi di tumori. Il cibo può inoltre regolare la produzione di estrogeni nell’organismo: la soia e i suoi derivati, per esempio, contengono analoghi vegetali degli estrogeni umani che sono in grado di legarsi alle stesse proteine che si trovano sulle membrane cellulari (chiamate recettori per gli estrogeni). Controllare i livelli degli ormoni sessuali in circolo può esercitare un effetto protettivo contro il cancro, visto che è stato dimostrato che elevati livelli di ormoni femminili possono favorire la comparsa di tumori del seno e delle ovaie e promuovere la proliferazione cellulare.

FRUTTI DI BOSCO CONTRO IL TUMORE - «Un tumore per svilupparsi ha bisogno di un apporto importante di ossigeno e nutrienti che per raggiungere le cellule tumorali richiedono vasi sanguigni - conclude Villarini -. Per questo il tumore produce sostanze che facilitano la formazione di nuovi vasi, tramite il cosiddetto processo di angiogenesi. Tra le sostanze in grado di contrastare questo processo, almeno sulle cellule in laboratorio, c’è l’acido ellagico contenuto nei frutti di bosco (lamponi, mirtilli, more), che sono quindi tra i frutti da preferire». Ciò non significa che mangiando una coppetta di frutti di bosco si ottenga un risultato analogo, ma le proprietà antiangiogenetiche esistono, per cui può essere una buona scelta alimentare, per lo meno nel periodo in cui questi frutti sono di stagione.
Posted by Claudio Ricciotti on Tuesday 28 January 2014
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Guida anti errori per single in cucina...

Dalla spesa al frigo, i consigli più utili a chi vive da solo.
Cedono alla gola e hanno in casa cioccolata, scatolette, piatti pronti surgelati e non. Non comprano verdure perché non sanno pulirle né cuocerle ed è raro che in tavola arrivi il pesce. Non solo ma spesso ricorrono a rosticcerie e take-away. Di chi parliamo? Dei single, una categoria che mette spesso a rischio salute e giro vita. Ecco qualche consiglio per rimanere in linea, mangiare bene e non buttare gli avanzi.

AL SUPERMERCATO
L´errore più comune: Il rischio al supermercato è di riempire il carrello di cose che non gli servono, perché affascinato dalle confezioni. Prima di recarvi a fare la spesa controllate quello che avete nel frigo e fate una nota da portare con voi.
Le regole: Fate la spesa ogni due giorni. Il motivo? In questo modo non siete obbligati a programmare troppo la dieta, avrete in casa sempre cibi freschi e potrete acquistare solo le quantità che vi servono.
I consigli: Comprate frutta e verdura che durano di più. Quali? Le banane piuttosto che i kiwi, i cavolfiori piuttosto che l´insalata. A proposito di insalata: dura di più se la tenete in una busta di plastica e la inumidite con una spruzzatina di acqua.

AI FORNELLI
L´errore più comune: Gli uomini, in genere sbagliano le dosi e per la fretta aprono la prima scatoletta o surgelato che gli capita a tiro.
Le regole: Mai mettersi ai fornelli quando si ha molta fame.
Mangiate un pezzetto di formaggio, qualche salatino, poi aprite il frigorifero e decidete cosa mangiare e preparate con bilancia alla mano.
I consigli: Volete sapere quale pasta è più adatta alle vostre ricette? Ricordate che la pastina va con il brodo, la pasta corta con i legumi o le minestre, la pasta lunga con tutto il resto.

RICILARE GLI AVANZI
L´errore più comune: I cuochi single buttano via tutto. Niente di più sbagliato. Vediamo come poter riciclare senza sprechi.
I consigli: Mettiamo che vi siano avanzate delle verdure cotte (cavoli, bieta, spinaci, cicoria), comprate due uova, una patata e un po’ di fontina e preparate una ricca tortilla. E´ avanzata la pasta dalla sera prima? Le possibilità sono due. La potete riscaldare in padella con peperoncino e un goccio di acqua (o meglio ancora brodo), oppure aggiungete un uovo e un po’ di formaggio e ne fate una frittata.
Fonte: Staibene

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PERCHE’ PUO’ ESSERTI DI AIUTO?
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Posted by Claudio Ricciotti on Tuesday 28 January 2014
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Tonno, ecco perché non deve mancare nella dieta...

Anche in scatola, all'olio di oliva o al naturale, è una fonte di nutrienti importanti.
Un tempo la qualità del tonno si misurava con il grissino. Oggi gli strumenti per capire se il tonno in scatola è davvero buono sono molti di più. Perché sono aumentate le varietà sul mercato, perché le confezioni sono sempre più pratiche e “salva igiene”, perché si può perfino scegliere in base al tipo di trattamento a cui viene sottoposto. Per le sue proprietà nutrizionali, il tonno è fondamentale in ogni dieta. Il problema, semmai, è proprio capire come orientarsi tra le mille varietà in commercio.

Le caratteristiche del tonno
Nello scegliere il tonno, bisogna tener conto di tanti fattori: la qualità, la preparazione, la conservazione. E poi la provenienza del pesce, Mediterraneo od Oceano Atlantico, e la lavorazione: il tonno può essere preparato subito nel luogo dove viene pescato o surgelato e poi trattato a terra.
Non basta: anche le parti del pesce possono essere diverse: la carne può essere scelta dal dorso, più consistente e meno grassa, o dalla pancia, la ventresca, più tenera, dove sono concentrati i grassi omega 3, i cosiddetti “grassi buoni” perché molto importanti per l’organismo.
Infine, la distinzione più classica: sott’olio o in salamoia?
All’inizio, tutti i tonni vengono trattati con acqua e sale, il che fa scendere il pH del prodotto, rendendolo un po’ più acido e garantendo quindi una maggiore protezione dai batteri. L’olio però aumenta il peso calorico rispetto a quello al naturale (180 calorie contro 121), ma mantiene più alti i valori di calcio, ferro, potassio e fosforo.

Quale tonno scegliere
Insomma: quale tonno scegliere? È difficile, quasi impossibile stabilirlo con certezza: dipende anche dai gusti e dalle esigenze alimentari. Questo trattamento salino può rappresentare un problema? Sì, soprattutto per chi soffre di pressione alta. Ma a quel punto, basta optare per il tonno “al naturale”. E comunque, in tutti gli altri casi in cui non ci siano preclusioni o condizioni di salute che ostacolino questo alimento, un piatto a base di tonno (magari fresco con verdure) è sano, ottimo al gusto e e facile da digerire.
Fonte: Staibene

A proposito dell'argomento oggi ti consigliamo anche:

Herbalifeline
Integratore di acidi grassi Omega 3 che favorisce la normale funzione cardiaca.

PROPRIETA’ PRINCIPALI
Ricco di EPA e DHA, che contribuiscono a supportare il normale funzionamento del sistema cardiovascolare. L’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di 250 mg di EPA e DHA, come raccomandato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Gli acidi grassi omega 3 favoriscono il normale funzionamento del sistema cardiovascolare; poiché il nostro organismo non ne produce quantità sufficienti,è necessario assumerli da fonti esterne.
Il DHA contribuisce anche a mantenere una normale funzionalità cerebrale e della vista.
Contiene oli essenziali per un gusto più fresco.

PERCHE’ PUO’ ESSERTI DI AIUTO?
Le ricerche hanno dimostrato che le diete occidentali sono carenti di acidi grassi omega 3 a catena lunga (EPA e DHA) e quindi può essere utile ricorrere ad un integratore. I nutrizionisti consigliano di consumare 2-3 porzioni di pesce a settimana per raggiungere l’apporto raccomandato di omega 3.

USO
Due capsule tre volte al giorno durante i pasti.
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Posted by Claudio Ricciotti on Tuesday 28 January 2014
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Ictus: più fibre mangi, meno rischi corri...

Frutta, verdura e cereali aiutano a tagliare i pericoli fino al 7%.
Per un´alimentazione corretta, a prescindere che abbiate qualche chilo da perdere o siate in perfetta forma fisica, l´apporto quotidiano di fibre è fondamentale. La loro importanza è cruciale sotto molti aspetti: dalla regolarità dell´intestino alla loro capacità di disintossicare l´organismo. C´è però una nuova proprietà che sembrano avere, secondo i risultati di uno studio scientifico appena presentato. E riguarda uno spauracchio non da poco: l´ictus. Mangiare tante fibre metterebbe al riparo, o quanto meno ridurrebbe moltissimo, i rischi di incappare in un ictus.

Il 7% di rischi in meno
La scoperta si deve a una ricerca dell´American Heart Association, pubblicata sulla rivista scientifica "Stroke". Precedenti ricerche avevano mostrato che una dieta con molte fibre poteva aiutare a ridurre i fattori di rischio per ictus come la pressione alta e il colesterolo cosiddetto "cattivo". Nel nuovo studio, gli scienziati hanno scoperto che ogni sette grammi di incremento complessivo di fibre nella dieta quotidiana è associato al 7% in meno di avere un ictus per la prima volta.

I fattori di rischio
"Maggiori apporti di cibi ricchi di fibre come frutta, verdure e noci, sono importanti per tutti e in special modo per quelli che hanno fattori di rischio per ictus come essere in sovrappeso e avere pressione alta", ha spiegato Diane Threapleton, della University of Leeds (in Gran Bretagna), fra gli autori dello studio.
Fonte: Staibene

A proposito dell'argomento oggi ti consigliamo anche:

Multifibre
Integratore alimentare con fibre d’avena, prezzemolo, fiore d’arancio, fiore d’ibisco e seme di finocchio in polvere.

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Integratore di fibre che aiuta a raggiungere il livello di assunzione giornaliera raccomandato di 25g.

PERCHE’ PUO’ ESSERTI DI AIUTO?
Una dieta equilibrata con tanti cereali integrali può garantire un giusto apporto giornaliero di fibre. Se hai difficoltà ad assumere abbastanza fibre attraverso l’alimentazione, un integratore può aiutarti a raggiungere la razione giornaliera raccomandata di 25g.

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Posted by Claudio Ricciotti on Thursday 23 January 2014
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