Cibo e cancro: ecco cosa fa crescere (o diminuire) il rischio di ammalarsi

Eccovi un interessante articolo che spiega diverse cose a mio avviso molto interessanti e, come al solito, fatene buon uso e non abuso…..

EVITARE I PICCHI DI INSULINA - L’insulina è l’ormone prodotto dal nostro organismo in risposta a un aumento della quantità di zuccheri nel sangue (glicemia), ma regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. Troppa insulina in circolo, per esempio, induce una produzione eccessiva di testosterone, l’ormone sessuale maschile, nella donna. Inoltre l’insulina favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I che è un vero e proprio fertilizzante per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose. Alcuni tumori, come per esempio quello del seno, sono particolarmente sensibili all’azione combinata degli ormoni sessuali e dei fattori di crescita. Per questo è importante tenere basso il livello di insulina nel sangue, ma come si può fare in pratica? Occorre ridurre fortemente (ma si può anche eliminare del tutto) il consumo di zucchero bianco e scuro e scegliere, per dolcificare, ad esempio il malto d’orzo o, per i dolci, il succo di mela o l’uvetta passita. Da limitare sulle nostre tavole sono anche i carboidrati troppo raffinati (per esempio farina 0 o 00, riso bianco) a favore di quelli integrali e le patate. È poi importante avere familiarità con l’indice glicemico, un numero che indica quanto un cibo alza i livelli di glicemia rispetto a un altro poco dopo aver mangiato. Il riso integrale, per esempio, ha un indice glicemico più basso di quello raffinato ed è quindi da preferire.

SCUDO CONTRO I RADICALI LIBERI - Il cancro cresce e si sviluppa anche grazie all’ambiente che lo circonda, cioè il nostro organismo. Un ambiente con molti fattori infiammatori liberi favorisce la crescita della cellula tumorale rispetto a quella sana. Per questo è importante portare in tavola cibi che riducono l’infiammazione, limitando quelli che invece la promuovono. Ridurre drasticamente il consumo di carne rossa (non più di una porzione a settimana), privilegiare le proteine di origine vegetale e il pesce azzurro, che contiene buone quantità di omega 3, aiuta a creare un ambiente «antinfiammatorio». «Anche i fenomeni ossidativi sono favoriti da un consumo eccessivo di carne rossa e di grassi saturi (burro, strutto, formaggi) - aggiunge Villarini - e l’ossidazione cellulare (che può originare dalla formazione di radicali liberi) favorisce la comparsa di mutazioni del DNA da cui si possono originare tumori». Ma in natura esistono molte sostanze antiossidanti per contrastare gli effetti dell’invecchiamento come la vitamina C, i flavonoidi, il resveratrolo, il licopene e altre: largo quindi alle arance (ricche di vitamina C e flavonoidi), all’uva che contiene resveratrolo (ma non al vino dove la presenza di alcol vanifica gli effetti degli antiossidanti) e al pomodoro (che è una delle principali fonti di licopene).

SMALTIRE LE SOSTANZE TOSSICHE - Una corretta alimentazione aiuta anche a eliminare meglio le sostanze tossiche dall’organismo, tramite l’attività detossificante del fegato e dei reni. Per esempio le crucifere, come cavoli e broccoli, contengono sostanze che attivano alcuni enzimi epatici che favoriscono lo smaltimento di sostante nocive anche cancerogene, mentre le fibre sono in grado di attaccarsi a molte sostanze tossiche già a livello intestinale e di trascinarle con sé, con le feci. Inoltre le fibre permettono alla flora batterica di crescere bene e questa, stando a contatto con le pareti intestinali, rende molto difficile il passaggio delle sostanze indesiderate nel sangue: una vera e propria barriera biomeccanica che ci protegge. Oltre al cibo, però, anche l’attività fisica è fondamentale, perché favorisce il transito intestinale.

RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO - Il sistema immunitario è in grado di riconoscere le cellule cancerose ed eliminarle prima che si riproducano e generino una massa tumorale. «Il funzionamento ottimale delle nostre difese è influenzato dal cibo - chiarisce l’esperta -. Sappiamo, ad esempio, che sia la malnutrizione che un’alimentazione troppo abbondante inducono una perdita di efficienza delle nostre difese. Una dieta amica del sistema immunitario deve comprendere almeno cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura (pari a circa 600 grammi), possibilmente di colori vari (al colore si associano infatti proprietà nutrizionali diverse). Infine anche gli omega 3 del pesce potenziano le difese, così come una regolare attività sportiva».

CONTROLLARE GLI ORMONI SESSUALI - Nei Paesi occidentali consumiamo in media il 20-30 per cento di calorie in più rispetto al nostro fabbisogno giornaliero, ma diverse ricerche hanno dimostrato che una riduzione anche molto drastica delle calorie ingerite riduce il rischio di sviluppare un cancro e rallenta l’invecchiamento. Il grasso, infatti, è un deposito naturale di sostanze che favoriscono l’infiammazione e inoltre produce ormoni, come gli estrogeni, coinvolti in vari tipi di tumori. Il cibo può inoltre regolare la produzione di estrogeni nell’organismo: la soia e i suoi derivati, per esempio, contengono analoghi vegetali degli estrogeni umani che sono in grado di legarsi alle stesse proteine che si trovano sulle membrane cellulari (chiamate recettori per gli estrogeni). Controllare i livelli degli ormoni sessuali in circolo può esercitare un effetto protettivo contro il cancro, visto che è stato dimostrato che elevati livelli di ormoni femminili possono favorire la comparsa di tumori del seno e delle ovaie e promuovere la proliferazione cellulare.

FRUTTI DI BOSCO CONTRO IL TUMORE - «Un tumore per svilupparsi ha bisogno di un apporto importante di ossigeno e nutrienti che per raggiungere le cellule tumorali richiedono vasi sanguigni - conclude Villarini -. Per questo il tumore produce sostanze che facilitano la formazione di nuovi vasi, tramite il cosiddetto processo di angiogenesi. Tra le sostanze in grado di contrastare questo processo, almeno sulle cellule in laboratorio, c’è l’acido ellagico contenuto nei frutti di bosco (lamponi, mirtilli, more), che sono quindi tra i frutti da preferire». Ciò non significa che mangiando una coppetta di frutti di bosco si ottenga un risultato analogo, ma le proprietà antiangiogenetiche esistono, per cui può essere una buona scelta alimentare, per lo meno nel periodo in cui questi frutti sono di stagione.
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Posted by Claudio Ricciotti on Tuesday 28 January 2014
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